Messina un enigma da decifrare

Ieri sera il noto programma di Raitre Blunotte , condotto da Carlo Lucarelli,ha affrontato un tema scottante e poco trattato:la mafia a Messina e provincia. Lo scrittore bolognese prendendo come esempi tre omicidi di mafia avvenuti a Messina e nel suo hinterland a cavallo degli anni '80 e '90, porta alla ribalta il problema della criminalità organizzata nella città dello stretto.
I tre omicidi in questione , raccontati sapientemente in chiave "giallistica",sono quelli di Graziella Campagna, Beppe Alfano e Matteo Bottari ( quest'ultimo erroneamente chiamato Giuseppe, ndr ).

Graziella Campagna era una ragazza di 17 anni di Villafranca tirrena che lavorava in una lavanderia, ebbe l'unica colpa di trovare in una giacca da lavare un quadernetto appartenente a tale Ing. Cannata. Dal quaderno risultava che l'ing. Cannata era in realtà Gerlando Alberti jr, mafioso palermitano latitante che era sfuggito alla condanna del maxiprocesso voluto da Giovanni Falcone. Per questo motivo la povera ragazza venne assasinata . Oltre al gesto efferato , la cosa più sconcertante venuta a galla fu la collusione tra politici , magistrati ed esponenti delle forze dell'ordine che, dapprima cercarono di insabbiare, poi di depistare ed infine di screditare le indagini. Per questo sistema di connivenze tra mafia ed istituzioni locali si è coniato il termine di "rito peloritano".La vicenda ( dopo 23 anni !!!) è arrivata al 2° grado di giudizio, grazie alla caparbietà del fratello-carabiniere di Graziella e dell'avv. Fabio Repici, con la condanna all'ergastolo per il mandante e l'esecutore del delitto.

Beppe Alfano era un giornalista che scriveva per " La Sicilia ".Uomo integerrimo e stacanovista, si gettò a capofitto in una inchiesta sulla mafia a Barcellona Pozzo di Gotto. Egli portò alla luce gli scandali legati all'AIAS , al traffico delle arance e al traffico internazionale delle armi.In tutti i casi su cui indagò, scovò un forte legame tra Istituzioni-mafia-massoneria deviata. Ma probabilmente la causa del suo omicidio fu di aver scoperto che il superboss di cosa nostra catanese Nitto Santapaola trascorreva la sua latitanza proprio a Barcellona, addirittura a 30 m da casa sua.Il delitto fu comissionato dal boss barcellonese Gullotti. Solo dopo 10 anni di mistificazioni è stata attribuita la chiara matrice mafiosa dell'omicidio.
Matteo Bottari, medico e professore universitario, fu assassinato a Messina in una fredda notte del gennaio 1998. Il suo omicidio scatenò un polverone,tanto che venne inviata in città la commissione antimafia, allora presieduta da Ottaviano Del Turco e Nichi Vendola. Quest'ultimo per descrivere la situazione messinese utilizzò un termine passato alla storia: Verminaio.
Il professore universitario ucciso con modalità tipiche della 'ndrangheta calabrese, pagò probabilmente il suo legame di parentela con l'allora rettore dell'Ateneo messinese Cuzzocrea.Le indagini infatti presero la direzione dell'università e del policlinico universitario,dove si scoprì una realtà agghiacciante. Sia l 'ndrangheta che cosa nostra locale erano inserite a tutti i livelli, e si facevano sentire con estorsioni, compravendita di esami, minacce, omicidi e " gambizzazioni ".

Messina per anni è stata etichettata come " città babba " ( città tonta ) che nel linguaggio mafioso vuol dire priva di mafia. Per molto tempo infatti vari rappresentanti delle istituzioni si sono spesi per affermare che nella città dello stretto non vi era criminalità organizzata. Mentre si affermava questo, nell'ombra la mafia dilagava, diventando un cancro difficile da estirpare.A detta del ROS e del presidente nazionale antiracket Tano Grasso , il tessuto sociale messinese è permeato di mafia, proveniente da Palermo , da Catania e da Reggio Calabria. Ma soprattutto dalla locale Cosa Nostra, che è unica nel suo genere e per certi versi atipica: Fa affari alla maniera Siciliana, controlla il territorio come la camorra napoletana e uccide come la 'ndrangheta calabrese.

2 commenti:

Mikero ha detto...

Piccola nota di redazione...peppe la ragazza che ha interpretato graziella è una ragazza che veniva da noi all'archimede!!!

Unknown ha detto...

Altra nota (in ritardo):la parentela bottari l'aveva con Stagno D'Alcontres e non con Cuzzocrea, per il quale lavorava alla clinica Cappellani.